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Sulle tracce di Giuseppe Verdi a Milano: un itinerario tra musica, arte e memoria

Milano, città di musica

Milano è una città in cui la musica risuona in ogni angolo.

Non solo grazie al suo teatro più celebre, ma perché da secoli la sua vita culturale e civile si intreccia con note e melodie.

 

Dalla Cappella Musicale del Duomo nel Rinascimento, alle stagioni sinfoniche e d’avanguardia del Novecento, la città è stata un crocevia dove artisti, mecenati e pubblico hanno costruito una tradizione musicale unica in Europa.

 

Tra i grandi protagonisti di questa storia c’è senza dubbio Giuseppe Verdi. Per il compositore emiliano, Milano non fu solo un palcoscenico: fu la città in cui raggiunse i primi successi, il rifugio dove trascorse anni difficili e il luogo a cui affidò il suo lascito più umano. 

 

Seguendo le tracce di Verdi a Milano si percorre non solo la carriera di un genio, ma anche un itinerario che parla di arte, di impegno civile, di umanità

 

Che siate appassionati oppure semplicemente curiosi, segnatevi il nostro itinerario verdiano che si snoda attraverso tre luoghi simbolici – il Teatro alla Scala, il Grand Hotel et de Milan e la Casa di Riposo per Musicisti – e che permette di scoprire un volto profondo e inaspettato della città.

 

Purtroppo non tutti i luoghi sono accessibili liberamente ma abbiamo una buona notizia: tra ottobre e novembre avremo l’occasione di ripercorrere questo itinerario speciale con tre visite guidate dedicate: un modo unico per scoprire Milano attraverso la voce del suo genio musicale.

1. Il Teatro alla Scala: il tempio verdiano

Parlare di Verdi a Milano significa inevitabilmente parlare della Scala, il teatro d’opera più celebre al mondo.

 

Qui, nel 1842, il giovane compositore ottenne un trionfo memorabile con Nabucco, l’opera che lo consacrò e che diede voce al sentimento patriottico del Risorgimento.

 

Nel corso della sua carriera Verdi tornò più volte alla Scala con nuove opere, spesso accogliendo entusiasmi ma anche critiche feroci: segno che il pubblico milanese, esigente e passionale, non era disposto a concedere sconti neppure a un genio.

 

La Scala divenne così per Verdi non solo una ribalta artistica, ma anche un banco di prova continuo.

 

Ancora oggi, assistere a una rappresentazione alla Scala significa entrare in contatto con quella tradizione verdiana che ha reso Milano un punto di riferimento assoluto per la lirica mondiale.

Con GibArt puoi visitare il museo del Teatro alla Scala che raccoglie memorie e cimeli di Verdi e dei grandi protagonisti della musica.

Ti aspettano la nostra guida appassionata ed esperta di Teatro e tante curiosità da scoprire!

2. Il Grand Hotel et de Milan: l’ultima dimora

A pochi passi dalla Scala si trova il Grand Hotel et de Milan, una delle strutture più prestigiose della città. Qui, in una suite affacciata su via Manzoni, Verdi trascorse gli ultimi giorni della sua vita, morendo nel gennaio del 1901.

 

L’albergo conserva ancora oggi una forte aura di memoria: nelle sale sono esposti cimeli, ritratti e oggetti che testimoniano il legame tra l’hotel e il Maestro.

 

Un dettaglio toccante è il fatto che, al momento della sua morte, Milano si fermò letteralmente: le carrozze si arrestarono, le campane tacquero, e migliaia di persone si radunarono in silenzio sotto le finestre dell’hotel per rendere omaggio al compositore.

 

Visitare il Grand Hotel et de Milan significa quindi non solo scoprire un gioiello dell’ospitalità milanese, ma anche immergersi nell’atmosfera di quell’epoca, rivivendo gli ultimi istanti di un artista che ha segnato la storia.

Rivivremo queste emozioni con la nostra visita guidata esclusiva al Grand Hotel et de Milan in cui scopriremo la storia di questo affascinante luogo e che include anche una merenda dolce servita in una delle splendide sale del prestigioso albergo.

3. La Casa di Riposo per Musicisti: il dono di Verdi

Forse il lascito più toccante di Verdi alla città è la Casa di Riposo per Musicisti, da lui voluta e interamente finanziata per accogliere artisti e professionisti della musica ormai anziani o senza mezzi.

 

Il Maestro, che conosceva bene le difficoltà della vita teatrale, decise di creare un luogo dove chi aveva dedicato la propria esistenza all’arte non si trovasse solo e dimenticato.

 

“Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita! Credimi, amico, quella Casa è veramente l’opera mia più bella.”

 

Inaugurata nel 1899, la Casa di Riposo è ancora oggi un’istituzione viva e commovente, e dal 1902, quando vennero accolti i primi ospiti, ad oggi, la Casa Verdi ha accolto oltre mille musicisti che, giunti all’età della pensione, possono qui trascorre la loro vecchiaia in totale libertà e autonomia.

 

All’interno si trova anche la cripta dove sono sepolti Verdi e la sua amata Giuseppina Strepponi, in una sorta di simbolico ritorno tra i musicisti a cui aveva dedicato la sua generosità.

È un luogo che unisce memoria, gratitudine e solidarietà: qui la musica non è solo arte, ma diventa comunità e cura.

 

La cripta è accessibile al pubblico, ma la visita agli spazi interni è possibile solo attraverso visite guidate a porte chiuse, come la nostra, in programma questo mese.

Proponiamo ai nostri visitatori un tour guidato a 2 voci: una nostra guida Storica dell’Arte affiancherà un responsabile della Casa di riposo per una visita completa e a porte chiuse per il nostro gruppo.

4. Bonus track: tre luoghi da scoprire per i più appassionati

Non solo Scala, Grand Hotel e Casa Verdi: Milano custodisce anche angoli meno conosciuti ma legati ad alcuni momenti significativi della vita del Maestro.

Il Teatro dei Filodrammatici

Qui nel 1834 il giovane Verdi fece il suo debutto ufficiale come musicista professionista, seduto al cembalo durante l’esecuzione dell’oratorio La Creazione di Haydn. Un esordio che segnò l’inizio di una lunga carriera.

Il Conservatorio “Giuseppe Verdi”

Paradosso della storia, nel 1832 al Conservatorio milanese il giovane Giuseppe fu respinto all’esame di ammissione. Le ragioni ufficiali furono di natura burocratica, ma il rifiuto resta celebre proprio perché oggi l’istituto porta il suo nome ed è tra i più prestigiosi in Europa.

La Chiesa di San Marco

 Il 22 maggio 1874, Verdi diresse qui il suo Requiem in memoria di Alessandro Manzoni, a un anno dalla morte dello scrittore. Un concerto storico che suggellò il legame tra due giganti dell’Ottocento italiano.

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